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Giaime Pintor scrive "L'ora del riscatto" nei giorni immediatamente seguenti la destituzione di Mussolini, il 25 luglio 1943. È uno dei più promettenti intellettuali italiani e sta per unirsi alla lotta partigiana; il suo testo non è soltanto un'analisi della situazione politica, ma anche la lucida motivazione di una scelta individuale e di una necessità collettiva. In poche e limpide pagine, Pintor ricostruisce le ultime fasi della guerra, e sottolinea l'opportunità che viene data agli italiani di lottare per costruire il proprio futuro. Per la liberazione dal fascismo, certo, ma anche per una "vera rivoluzione", una rigenerazione morale che coinvolga tutto e tutti. Il lavoro intellettuale, se è anche una ricerca interiore, deve allora lasciare il posto all'azione diretta e all'impegno condiviso. Pintor muore su una mina il primo dicembre 1943, a soli ventiquattro anni. Nell'ultima lettera al fratello Luigi, pubblicata in appendice, Giaime torna sulle ragioni, umane prima ancora che politiche, che resero ineludibile la sua adesione alla Resistenza. Poche pagine che lasciano trasparire la consapevolezza del sacrificio e che sono un commiato, un'esortazione e un'eredità morale.